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Buon compleanno Alfonsina!

16 marzo 1891 - 16 marzo 2021

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Oggi, 16 marzo 2021, Alfonsina compirebbe 130 anni. Vi raccontiamo qualcosa di lei attraverso le parole delle nostre autrici e dei nostri autori:

In un piccolo centro del Modenese, a Riolo di Castelfranco Emilia, dove solitamente si parla più di motori che non di biciclette e il colore rosso appartiene più alla Ferrari che a un’ideologia politica, nel 1891 nacque l’unica donna che prese parte a un’edizione del Giro d’Italia maschile, quella del 1924. Si chiamava Alfonsa Rosa Maria Morini, ma per il mondo delle due ruote è e rimarrà per sempre Alfonsina Strada, dal cognome acquisito dopo il primo matrimonio. Paolo Viberti "I dannati del pedale. Da Coppi a Pantani i ciclisti più inquieti, romantici e faustiani"

Per la giovane Alfonsina, nata e cresciuta in una famiglia povera di campagna, costretta a lavorare fin da piccola per aiutare in casa, l’incontro con quella bicicletta fu amore a prima vista. Anche se si trattava di un pesante rottame, se ne appassionò subito: correva e volava sullo sterrato, tra le buche e la polvere, ma soprattutto volava sopra tutte le critiche e i musi storti di chi la vedeva sfrecciare in giro per le campagne, definendola con un corollario di epiteti tra cui primeggiano quello di “matta” e “diavolo in gonnella”. Era così brava, Alfonsina, e tanta era la sua passione che cominciò di nascosto ad andare a vedere le gare nei paesi vicini, spingendosi fino a Bologna. E subito dopo le venne anche voglia di partecipare a quelle gare, talvolta fingendosi un maschio. Qualche gara, poi, cominciò anche a vincerla. Antonella Stelitano "Donne in bicicletta. Una finestra sulla storia del ciclismo femminile in Italia"

È il 1924 quando un colpo di fortuna le sconvolge la vita. Si sta organizzando il Giro d’Italia ma non si trovano iscritti: le case sono in rotta con gli organizzatori, hanno deciso di boicottare la corsa. Alfonsina capisce al volo la situazione e decide di cogliere l’occasione. [...]  Pochi hanno la sensibilità di incoraggiarla, sostenerla, dirle una parola buona, prometterle un aiuto. I più, anzi, pensano ad Alfonsina come a una complicazione: e se mai dovesse capitare di arrivare dopo di lei, cosa penserebbe la gente, che figura ci farebbero? I giornalisti alle prime armi la osservano con supponenza: ma cosa vuole dimostrare questa qua? E gli organizzatori perché mai l’hanno ammessa al Giro, non è una cosa seria! Lei si cura poco o niente di questo clima, che pure avverte attorno a sé. Il suo pensiero fisso è la sua sfida: arrivare fino in fondo, riuscire a terminare il Giro, dimostrare che anche una donna può fare le stesse cose degli uomini, intaccare per quel che è possibile il granitico mito del maschio dominatore e della donna assoggettata. È già una vittoria essere lì." Paolo Facchinetti "Gli anni ruggenti di Alfonsina Strada. Il romanzo dell'unica donna che ha corso il Giro d'Italia assieme agli uomini"

"Fu un’avventura: era il 1924, lei aveva già trentatré anni, le strade erano tutte di terra e sassi, 3613 chilometri in dodici tappe, in media più di trecento chilometri per ogni tappa, si correva un giorno sì e un giorno no, per recuperare le forze e aggiustare le bici. Poi Alfonsina, dopo aver corso tanto in strada e tanto anche in pista, continuò a pedalare, ma nei circhi. La sua specialità era lanciarsi giù da un trampolino, un volo di dodici, anche quindici metri; era fare il giro della morte in bicicletta, riuscendo a pedalare anche con la testa all’ingiù; era tenersi in equilibrio anche su una sola ruota; era farsi accompagnare da una scimmietta che si fidava soltanto di lei." Cenni storici di Marco Pastonesi tratti dal libro di Fernanda Pessolano "Alfonsina e il circo"

"Alfonsina Strada fu un’atleta ribelle, una donna coraggiosa, una moglie affettuosa. Fu unica e mitica. Fu un’artista a forza di pedali." [...] "Fu pioniera di un’epoca ed eroina di un’idea."

Grazie Alfonsina!

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