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Buon viaggio Valentino

Il nostro saluto a Valentino Rolando, co-autore del libro "Due biciclette intorno al mondo"

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Anni Cinquanta, Torino. Valentino e Adriano, amici da sempre, hanno quasi trent’anni e un lavoro appena iniziato, ma nel cuore coltivano un sogno inconfessato, quello di partire in bicicletta per un giro intorno al mondo. Non lo pianificano, decidono di andare e basta. Si prendono una settimana di ferie, senza avvisare nessuno che sarà solo l’antipasto. Dopo otto giorni di viaggio, a Trieste, spediscono lettere ad amici e parenti “Non torniamo, siamo partiti per un giro del mondo in bicicletta”. Il loro viaggio, considerato il periodo e le condizioni geopolitiche di alcuni Paesi, è stata una vera avventura: quasi 28.000 km attraversando l’est Europa, la Turchia, l’Iran, l’Iraq, l’Indonesia, il Giappone, l’America, il Canada. Un tragitto fatto di incontri, cadute, aggressioni, notti in cella, lavori occasionali (si sono fermati in Iraq e negli States ad arricchire il budget...) e ospitalità generosa. Sono tornati a casa due anni dopo, nell’inverno del 1958, in tempo per il Natale. Questa meravigliosa storia è raccontata nel libro "Due biciclette intorno al mondo. Da Torino a Torino. 1956 - 1958".

Questa mattina, 9 marzo 2022, Valentino Rolando ci ha lasciati “per il viaggio più interessante e avventuroso” e ora pedala nuovamente nei cieli con l’amico Adriano Sada, scomparso nel 2003. Come scrive Alberto Fiorin nella postfazione al libro: "La ripubblicazione di questo volume vuole essere un sentito e doveroso omaggio a questi due grandissimi viaggiatori e alla loro profonda amicizia, che traspare anche da quest’ultima riflessione di Valentino":

Ottobre 2017, dopo sessantun anni.
Il 27 febbraio 2003 è mancato Adriano Sada, amico carissimo di una vita e in particolare dell’avventura narrata in questo libro. Io, Valentino, sono ancora qui: novantenne, attendo la partenza per il viaggio più interessante e avventuroso. Serenamente, perché fiducioso nel Vangelo di Gesù. Aggiungo qui due osservazioni che mi sorprendono ancora oggi. Non fu realmente importante il traguardo finale. Il traguardo importante era quello di ogni giorno. Perché ignoto: infatti dipendeva dalle circostanze della giornata, assolutamente impreviste, favorevoli o dannose come appaiono dal racconto. Circostanze che potevano determinare anche il luogo dell’arrivo giornaliero (e anche la cena e il pernottamento, anch’essi variabili dall’ottimo al pessimo). Il percorso quotidiano poteva variare, a seconda delle congiunture, da zero all’ignoto. Anzi, peggio che zero: ad esempio nella prima tappa malese, per l’incidente al mio occhio, a un dato punto dovemmo tornare a Penang e rimanervi come nel racconto. A questo proposito voglio qui puntualizzare che non sono del tutto sicuro che l’incidente sia stato causato dalla puntura di un insetto, come riportato nel diario e poi nel libro. Ripensandoci a distanza di tanti anni potrebbe essere stato semplicemente causato dallo scontro con un grosso insetto o addirittura con un piccolo uccello. Questo per dovere di cronaca. Comunque, effettivamente le conseguenze portarono al “peggio che zero”. Altra osservazione per ciò che forse non traspare dal racconto: anche di fronte alle peggiori avversità non avemmo mai neppure un istante di scoraggiamento. A dire il vero, ciò mi sembra ancor oggi sorprendente: certamente l’ottima compagnia e il reciproco sostegno tra Adriano e me furono di capitale importanza. Ancora grazie, Adriano
Una vera impresa, compiuta con passione e con il sorriso. Gli amici di Ediciclo salutano Valentino con tanto affetto e riconoscenza.

Buone pedalate Valentino e Adriano, ovunque voi siate!

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