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Sette saggi consigli per sopravvivere al Cammino di Santiago

Un piccolo compendio di dritte "provate sul campo" per affrontare al meglio il pellegrinaggio fino a Santiago di Compostela

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Indipendentemente dal percorso che sceglierete per raggiungere la cattedrale, il Cammino di Santiago vi regalerà un’esperienza unica e totalizzante. Oggi vogliamo proporvi sette consigli tratti dall’esperienza sul campo di Fabrizio Ardito, camminatore navigato e autore di diverse guide e volumi illustrati sulle vie che conducono a Santiago di Compostela.

1. Siate sicuri delle vostre motivazioni

Le ragioni che ogni anno spingono milioni di pellegrini a intraprendere il Cammino di Santiago sono certamente le più disparate. Si va dalle più sagge (Avevo bisogno, di raccogliere le idee, di cambiare vita per un po’), a quelle decisamente più stupide (Lo fanno tutti, deve essere fico!), passando per quelle più strane, ma probabilmente anche più sincere. Sta solamente a voi scegliere la vostra, ma fate attenzione a essere ragionevolmente sicuri delle motivazioni che vi spingono, perché lungo la via ci sarà da faticare. E ricordate, a scanso di concenti delusioni arrivati all’Officina de Acogida al Peregrino, che la Compostela viene rilasciata solamente a chi intraprende il Camino per ragioni religiose o spirituali e non a chi dichiara di aver affrontato il percorso spinto da motivazioni di carattere culturale e/o turistico.

2.​ Rimanete flessibili nella pianificazione delle tappe

Gli autori di molte guide propongono senza pietà tappe di una lunghezza sconcertante. Non dategli retta per carità.Tappe di 34, 36 o addirittura 40 chilometri sono inumane, tenendo presente che una media di 4 km/h è del tutto sostenibile nelle primo ore della giornata, ma diventa decisamente più impegnativa all’aumentare dei km e degli acciacchi. Senza contare il fatto che un programma di marce forzate finirà inevitabilmente col privarvi della gioia di camminare al vostro passo, chiacchierando con altri peregrinos, scattando foto, o semplicemente perdendovi nei vostri pensieri. Evitate anche di vincolarvi a un volo di ritorno, magari prenotato con largo anticipo, se possibile. E’ vero che questo potrebbe essere un buon modo di viaggiare comodi risparmiando, ma una volta sulla via non avrete possibilità di modificare il programma in caso di necessità fisiche, psichiche o meteorologiche.

3. Viaggiate leggeri

Una delle domande classiche che tormentano le notti prima del viaggio è “Ma cosa mi devo portare nello zaino?”. Ovviamente il meno possibile. Quante magliette per un mese? Tre, due per camminare e una di cotone per la sera. Quante paia di calze? stesso discorso, due tecniche per camminare e un paio di calzettoni per la sera. Dopo di che tenete presente che la routine dei long distance walker una volta arrivati alla fine di una tappa solitamente consiste in: scarico dei bagagli, conquista del letto doccia e lavaggio bucato. In linea generale comunque il vostro zaino non dovrebbe mai pesare più di una decina di chili, oggetti pesanti sul fondo, di pronto uso in cima, disposti in modo da non conficcarsi nella vostra schiena durante il percorso. E se durante il cammino vi accorgete di aver portato un po’ troppa roba, non preoccupatevi: gli uffici postali disseminati lungo la via per Compostela offrono scatole colorate di ogni dimensione per spedire fermo posta gli oggetti superflui all’ufficio centrale dei Correos di Santiago, dove potrete recuperali al termine del vostro viaggio.

​4. Non abbiate paura di partire da soli

Molti di noi sono abituati ad affrontare i viaggi in compagnia degli amici o della propria famiglia, ma se vi incamminerete alla volta di Santiago in solitudine vi scoprirete molto più aperti, curiosi e disponibili a conoscere gli altri, siano essi i vostri colleghi pellegrini o simpatici indigeni spagnoli e portoghesi. Da non sottovalutare poi l’opportunità di prendersi qualche tempo per starsene un po’ per conto proprio, semplicemente lasciandosi cullare dal ritmo cadenzato dei passi lungo la via. Realmente soli non sarete mai, ma un viaggio affrontato in solitudine vi regalerà un’esperianza incredibilmente intensa e, perché no, estremamente corroborante sia per il vostro spirito che per il vostro ego…. in fin dei conti, dopo essere sopravvissuti a un viaggio di 800km in solitaria, cosa saranno mai i contrattempi della vita quotidiana?

​5. Il pomeriggio si arriva e la notte si dorme

Consiglio forse banale, ma anche molto saggio e purtroppo non sempre rispettato da chi magari decide di partire prima dell’alba svegliando tutta la camerata e poi, logicamente assonnato già nel primo pomeriggio, si mette a letto verso le quattro, guardando storto chiunque arrivi all’ostello a orari normali e faccia un po’ di rumore per occupare il proprio posto o concedersi una doccia. Un paio di consigli pratici per tutelare il vostro e l’altrui riposo: non dimenticate mai un paio di tappi per le orecchie, specialmente se avete il sonno leggero, ed evitate di riporre i vostri indumenti in scricchiolanti borse di plastica dura: molte meglio quelle in polietilene, decisamente più silenziose da estrarre e maneggiare nel mezzo di una camerata ancora avvolta nel “silenzio” del sonno mattutino.

​6. Non barate… o almeno provateci

Lungo la via incontrerete un sacco di camminatori duri e puri che non si sognerebbero mai di staccare dalle spalle il loro zaino o usare un qualsiasi mezzo di trasporto. Se però non appartenete a questa cerchia di eletti, ogni tanto potreste essere tentati da qualche trucchetto utile ad alleggerire la fatica. A parte il caso dei bari cronici (che magari fanno due tappe e poi 100km in treno per poi riprendere il Cammino), qualche aiuto in caso di problemi potrebbe rendersi necessario. Gli acciacchi lungo il cammino sono all’ordine del giorno (Sin dolor no hay gloria!) e la possibilità di spedire lo zaino da un ostello all’altro per la durata di qualche tappa potrebbe davvero salvarvi il viaggio. Attenzione però, perché in questo caso dovrete anche prenotare l’alloggio nella struttura successiva e, di conseguenza, optare per un pernottamento in struttura privata, un po’ più costosa, ma anche decisamente più comoda. Un lusso questo che forse vale la pena concedersi una volta ogni tanto lungo la via, giusto per ricaricare le batterie e magari dare un po’ di sollievo alle vostre membra doloranti.

​7. Raccontate la vostra esperienza

La sera, lungo il cammino, noterete che molti pellegrini estraggono un taccuino e annotano le proprie emozioni, esperienze, sensazioni. Un’esperienza come quella del Cammino si Santiago offre una quantità incredibile di spunti e anche il tempo e la predisposizione d’animo migliori per rielaborarli e farne piccoli racconti da condividere con altri pellegrini o con chi, per mille ragioni, non ha potuto vivere con noi questa esperienza. Non si tratta di far concorrenza a chi scrive per mestiere, semplicemente anche questo fa parte del gioco, quindi scrivete, pubblicate e fate girare le parole che avrete messo in fila con tanto amore e fatica.

 

 

Per altre dritte utili ad affrontare al meglio il vostro pellegrinaggio, vi consigliamo la lettura integrale del libro di Fabrizio Ardito, Come sopravvivere al Cammino di Santiago, un libro prezioso che vi regalerà tante altre informazioni e aneddoti divertenti su molti aspetti del viaggio, da quale cammino scegliere a come evitare le docce fredde o le cimici nei letti, da come bucare una vescica a come affrontare la pioggia… senza dimenticare lo zaino, il cibo iberico, i riti della cattedrale, le toilette e molto altro ancora.

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