
Stiamo seguendo le avventure in bicicletta della spedizione MARCO POLO A PEDALI, capitanata da Alberto Fiorin e Dino Facchinetti, in viaggio verso la Cina lungo la Via della Seta. I racconti che vi riportiamo ci vengono concessi da Alberto Fiorin come brevi appunti di viaggio. Per seguire in diretta l'impresa Marco Polo a pedali, visita la pagina Facebook dedicata: https://www.facebook.com/marcopoloapedali/
E così, dopo 58 giorni di viaggio verso Oriente, Dino Facchinetti e Alberto Fiorin, partiti da Venezia il 25 aprile, sabato 22 giugno hanno raggiunto il confine cinese a Korgas completando anche la terza fase del loro lungo viaggio, l’attraversamento di tutta l’Asia Centrale pedalando in Turkmenistan, Uzbekistan, Kazakistan, Kirghizistan e poi ancora Kazakistan. Questo tratto impegnativo (ma anche molto remunerativo dal punto di vista artistico e culturale) è durato da giovedì 30 maggio a sabato 22 giugno e ha fatto entrare i due ciclisti nell’ultima frontiera delle 13 attraversate, la Cina. Ora mancano “solo” 4500 km.
Il segreto sta tutto in questo avverbio, “solo”, che mette in luce l’incrollabile volontà di portare a termine il proprio viaggio al di là di ogni difficoltà e contrattempo… Se si fosse scritto “ancora” sarebbe stato diverso, sotto traccia si leggerebbe la stanchezza e la voglia di arrivare più in fretta possibile per portare a compimento un’agonia…
Invece è sicuramente “solo”, eppure questo terzo tratto, dopo i Balcani e l’Anatolia, ha riservato momenti assai complicati, come l’attraversamento del durissimo deserto turkmeno, nel tratto vicino al Mar Caspio anche sotto il livello del mare e con una quarantina di gradi, con pochissime possibilità di riparo e ristoro lungo il percorso, con più dromedari lungo la strada che esseri umani.
Tanto da essere costretti, per il gran caldo e per problemi intestinali causati dall’ingestione di latte di cammella, ad abbreviare il percorso in bici con un trasferimento su quattro ruote fini al confine uzbeko. Superati quindi anche i grossi problemi di connessione (in Turkmenistan non funzionano i principali social network occidentali) ci abbraccia un accogliente Uzbekistan, con distese di coltivazioni, alberi da frutto, verde riposante per gli occhi, sempre caldo ma di tutt’altro tenore. E poi città straordinarie come Bukara e il suo prezioso centro storico perfettamente intatto, Samarcanda e i monumenti straordinari dell’epoca di Tamerlano, la capitale Taškent, decisamente più moderna ma sempre affascinante.
Poi l’ingresso nel vastissimo Kazakistan, dominato dalle altissime e innevate cime (anche 7000 metri) della catena dello Tian Shan, per più tappe pedalando su altopiano tra gli 800 e i 1000 metri d’altezza (almeno un po’ di respiro per il fresco…). Quindi c’è stato spazio anche per un’improvvisazione dell’ultima ora con il transito (inizialmente non previsto) per il Kirghizistan, che fa salire a 13 le nazioni attraversate in bici da Venezia a Pechino, e la sosta nella capitale Bishkek, dove abbiamo trovato la cortese ospitalità di un ragazzo Kirghizo, Akilbek, che ha abitato e lavorato per 5 anni a Venezia…
Quindi il rientro in Kazakistan e la visita alla bella Almaty, ex capitale ma ancora centro culturale del paese, dove abbiamo effettuato tra l’altro un check-up completo ai nostri mezzi meccanici grazie ai nuovi amici della Wilier Kazakistan, che ci aspettavamo preallertati dalla casa madre di Rossano Veneto (VI). Perfetto, ora possiamo pedalare ancor più sereni e infatti giungiamo al confine cinese, superando tutte le noie burocratiche ed entrando finalmente nella quarta e ultima parte del nostro lungo viaggio sulla Via della Seta che ci porterà a Urumqui, Turpan, Xami, Lanzhou, Xi’an e Pechino, che contiamo di raggiungere il 1 agosto.
In fondo mancano “solo” 4500 km…