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A Bologna le bici erano come i cani

Collana: Battiti

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Un ex-meccanico ciclista e le sue audiocassette-confessioni. Un barbiere fatuo e molesto. Un macellaio filosofo. Una bambina di nome Battaglia. Una bicicletta per andare dappertutto, e anche per dimagrire. Una storia fatta di voci, ascoltate, registrate, intercettate per strada, sotto i portici, ai tavolini di un bar, nell’androne di un condominio.

«Questa è la storia di un ex-meccanico che doveva dire a suo figlio che non era suo figlio. È una storia ambientata a Bologna, che dicono sia un posto dove fino a qualche anno fa la gente si portava per mano la bici anche quando andava a piedi, come se eran dei cani. E dicono fosse un posto dove uno non veniva considerato vecchio finché riusciva ad alzare il piede sopra il sellino. E dicono fosse un posto dove negli anni cinquanta le bici non le chiudeva nessuno, perché le bici del paese le conoscevano tutti, una bici era come una faccia. Cioè in realtà queste cose le dicono, tutte e tre, di Luzzara, e le dice Zavattini, ma il fatto è che l’Emilia, nella mia testa, è una cosa, cioè un’idea, cioè un affetto, che è che non ci sia differenza, ce n’è tanta, ma l’aria che tiene insieme le cose, la luce che vedi sulla via Emilia, a una cert’ora, che si inonda di luce, che ti acceca, non che non ci sia differenza, ce n’è tanta… ci siam forse capiti.» Così Paolo Nori presenta la storia raccontata nelle pagine di A Bologna le bici erano come i cani, che Ediciclo editore ripropone nella nuova veste della collana di narrativa Battiti.

Paolo Nori è un tecnico del suono che in presa diretta alza e abbassa sul mixer le piste delle voci dei suoi personaggi.

«La bici come un’amica da portare al guinzaglio»
La Repubblica

 

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