Che cos’è la flânerie? Perché una parola francese al posto di un’italiana? Esiste un corrispettivo italiano di questo modo di andare senza apparente scopo? E soprattutto cosa accomuna Jean-Jacques Rousseau, Robert Walser e Antonio Delfini? Con La gioia del vagare senza meta Roberto Carvelli ci accompagna in un ragionamento sull’utilità filosofica e terapeutica dell’ andare a piedi. Sembra volerci ricordare, come nella massima proustiana, che ciò che conta è quel che c’è in mezzo tra la partenza e l’arrivo. Andare è il punto, anche senza sapere dove. Anche sbagliando strada. Ciò di cui ci parla l’autore non è il viaggio a piedi avventuroso ma l’avventura del viaggio a piedi. Quello che inizia quando ti metti per via e vai senza sapere dove. E che ti riporta a casa trasformato. Più sereno e più ricco di storie.
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