Il cammino come esercizio di trasformazione
Collana: Ossigeno
Mi piace camminare da sola. Perché soltanto così si può arrivare fino in fondo. Fino in fondo alla stanchezza. Fino in fondo ai tuoi limiti, ai tuoi desideri, alle tue possibilità. Alla chiarezza. Camminare da sola mi dà un senso grande di libertà, quasi un’ebbrezza. Posso scegliere il passo che voglio, veloce o lento; posso ridere, piangere, cantare, stare zitta.
Qual è il senso oggi di mettersi in cammino su lunghe distanze? Che cosa accade al corpo, alla mente, al nostro approccio alla vita? Attingendo alle proprie esperienze di cammini in Italia e in diversi paesi in Europa e nel mondo, sulle rotte di antichi pellegrinaggi e non solo, l’autrice parla del camminare come esperienza di profonda trasformazione che riguarda il corpo,
la mente, le emozioni, le relazioni. Lo zaino come simbolo-contenitore delle proprie paure ma anche esercizio di essenzialità, il perdersi che a volte consente di ritrovarsi, il dilatarsi del tempo e dello spazio, l’incontro con gli altri e con il territorio, l’affidarsi alla strada e ai doni dei lunghi cammini, la rilettura di rituali e simboli mutuati dalle tradizioni dei pellegrinaggi antichi… Maria Corno alterna riflessioni e racconti dando vita a una fenomenologia del camminare, in una ricognizione a tutto tondo che vede emergere il cammino come uno strumento privilegiato per indagare insieme il mondo e se stessi.
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