Taccuino di viaggio

Il mondo è piccolo, si diceva un tempo. Il mondo è sempre più piccolo per chi lo misura con il metro ormai planetario del proprio lavoro. Giorgio Brunetti, una vita passata a occuparsi di economia e di strategie aziendali, ha sperimentato in questi ultimi venticinque anni l’accorciamento degli orizzonti che, nel suo campo, ha preso il nome ormai familiare di globalizzazione. Sul suo taccuino, risultato della raccolta di articoli pubblicati nell’arco di venticinque anni per diverse testate giornalistiche nazionali e locali, annota tutto con lo sguardo curioso di chi mette in relazione cose apparentemente lontane, scenari locali e dimensioni globali: dagli allevamenti intensivi di salmoni in Alaska alla crisi del traffico portuale di Shanghai, dai riti sciamanici nei parchi urbani della moderna Datong, nella Mongolia interna, al fascino di una serata all’Opera House di Sydney, affacciata su una delle baie più belle del mondo; da un angolo di Mitteleuropa nel cuore dell’Africa subequatoriale, la Namibia, un tempo colonia tedesca, al penitenziario di Recife, in Brasile, trasformato in centro commerciale. E la Grande Russia osservata dai primissimi fermenti della Perestrojka fino alla contemporanea omologazione occidentale delle grandi metropoli.